Nella pausa Natalizia ho avuto il tempo di leggere un libro molto affascinante di Donato Carrisi: "La donna dei fiori di carta".
Trama: Notte tra il 14 e il 15 aprile 1916, Monte Fumo, confine italiano, ultimo baluardo dell’Austria. Tra le cime ghiacciate, nella trincea gelida, i soldati aspettano la nuova, e probabilmente decisiva, mossa degli italiani. Jacob Roumann, ufficiale medico, continua ad annotare sul suo taccuino nero grado, ora della morte e ultime parole di ogni giovane uomo che deve consegnare alla Nemica, quasi sempre senza poter far nulla per contenderselo con Lei per più di qualche ora ancora. Un ordine del maggiore lo strappa alla sua triste routine. Un incarico speciale: in virtù della sua conoscenza della lingua, deve tentare di strappare prima dell’alba nome e grado ad un prigioniero che il superiore vorrebbe scambiare, a suo dire, con prigionieri austriaci in mano al nemico. Ma il misterioso prigioniero è solo disposto a raccontare a Roumann una strana storia, una storia che parla di storie, di montagne, di fumo, di donne bellissime, di amori che non sono mai per sempre. Ma soprattutto parla di uno strano uomo, Guzman, e di un misterioso personaggio che fu visto fumare tranquillo mentre il Titanic affondava, proprio in quella stessa notte di quattro anni prima.
Con questo romanzo breve Donato Carrisi si cimenta con una storia che lui definisce noir ma che in realtà è un libro strano, difficile da definire. È una storia quasi senza tempo, avvolta tra le volute del tabacco che è, forse, il vero protagonista del racconto e l'oggetto che è presente in tutta la storia; quest'ultimo infatti fornisce, oltre alla giusta atmosfera, anche energia al meccanismo della narrazione.
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